MICHELE SANVICO
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«NON ERAVAMO DOMINATI CHE DAL CIELO»
La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano
“La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano”, pubblicato dalla casa editrice Edizioni Il Lupo - Specialisti in Appennino, è una straordinaria avventura che racconta una porzione poco conosciuta della storia d'Italia. È una storia di nobiluomini e gentildonne di fine '800, una storia vera: la storia di persone che, uscendo dalla proprie ville e castelli, cominciano a esplorare un mondo per loro nuovo, quello della montagna e del nascente escursionismo, un mondo fatto di pittoreschi villaggi e audaci ascensioni in luoghi per l'epoca del tutto selvaggi, anche se collocati nell'Italia unificata da poco sotto le insegne dei Savoia, e dal sapore quasi esotico. E saranno proprio le parole vergate da questi aristocratici testimoni, con il loro sapore antico e illustre, a raccontarci le esplorazioni da essi vissute, in particolare sui Monti Sibillini, remoto territorio italico da poco strappato allo Stato Pontificio.

“La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano” è anche la storia dei primi anni di questo straordinario Club, nato nel 1863 nella Torino sabauda e, a quel tempo, signorile ed esclusivo. Sfoglieremo le pagine originali e ingiallite dei primi Bollettini e delle prime Riviste Mensili del CAI: un apparato editoriale, per l'epoca, di grande impatto e diffusione. Avremo modo di consultare riviste straordinarie come “L'Illustrazione Italiana”, con i suoi resoconti e le sue affascinanti immagini. Percorreremo sentieri e osserveremo panorami che, oggi come allora, offrono visioni stupende, all'epoca riscoperte con stupore dagli alpinisti del CAI, e oggi meta di migliaia e migliaia di turisti ogni anno.

“La riscoperta ottocentesca dei Monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano” costituisce non solo un saggio sulla storia del nascente, aristocratico escursionismo nell'Italia postunitaria, ma è anche storia di cultura e costume, in un contesto multidisciplinare.

Sono infatti affrontati e approfonditi, nel testo, temi quali la ricerca scientifica e meteorologica compiuta dal Club Alpino Italiano in quegli anni, con la creazione di “osservatori” su molte cime italiane; la realizzazione di una cartografia dello Stato Pontificio realizzata dagli Austriaci a metà dell'800; la vicenda affascinante e sconosciuta dei cippi confinari posti tra il Regno delle Due Sicilie e i territori soggetto al dominio papale, oggi ancora visibili; l'ardimento di personaggi oggi dimenticati, come la nobildonna inglese Grace Filder, che nel 1903 conquistò una cima del Monte Rosa e sorvolò in pallone aerostatico l'Appennino centrale, eroina sconosciuta che riposa oggi nel Cimitero Acattolico in Roma; la passione per la montagna dell'imprenditore Miliani, delle rinomatissime cartiere di Fabriano, il quale ebbe modo di conoscere personalmente lo stesso Quintino Sella, Ministro del Regno e fondatore del CAI.

Non solo un saggio, dunque, ma anche una lettura appassionante, che disvela un mondo di persone, luoghi e avventure di fine '800, grazie agli inediti documenti dell'epoca.

Un viaggio, insomma. Un'immersione in un mondo che fu, un mondo che nessuno aveva mai raccontato prima.
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